Un tempo, le castagne erano una importante fonte di sostentamento per le popolazioni contadine e montane. Sia il frutto, che la farina da esso ricavata, venivano utilizzati per la preparazione dei pasti principali per le sue proprietà energetiche. Si, perché la castagna contiene vitamine del gruppo B, oltre che fibre, proteine e sali minerali.
A partire dalla fine del Cinquecento, la castagna diventa protagonista degli ambienti aristocratici grazie all’invenzione dei Marrons Glaces. E che siano stati gli italiani o i francesi a creare questa meravigliosa delizia non importa. Sta di fatto che, le castagne ora si trovavano sia sulle tavole dei contadini che su quelle dei benestanti.
Il tempo è passato e le castagne continuano ad essere protagoniste delle nostre tavole. Come frutto da farne caldarroste, ballotte o per infinite ricette dolci e salate.
Nel nostro territorio, l’ Alto Casertano, la castagna costituisce da sempre fonte di lavoro e guadagno. In tempi non troppo lontani, i nostri nonni e genitori traevano guadagno dalla vendita delle castagne.
Dopo la raccolta, le castagne venivano scelte accuratamente ed ovviamente, tutto questo, avveniva a mano. Le Castagne venivano poi vendute nei mercati.
Il centro dove avveniva il principale mercato per la vendita delle castagne era Roccamonfina. Nella sua piazza convergevano tutti i contadini della zona per cercare di vendere al meglio il loro raccolto. Il mercato si teneva tutti i giorni, in realtà tutte le notti, nel periodo autunnale. E lì, arrivavano compratori dalle province limitrofe con i carretti o con i primi camioncini.
Mio padre mi ha raccontato dei sacrifici che facevano per vendere le castagne e ricavare qualcosa da portare a casa. Si caricava l’asino, unico mezzo di trasporto di famiglia nei primi anni sessanta. Poi, andava lui a piedi e l’asinello carico di sacchi con le castagne. Da Galluccio percorreva le strade ed i sentieri che portavano a Roccamonfina. Una volta giunto in piazza cercava di vendere al meglio le sue castagne. A volte ci riusciva, a volte pur di non portarle indietro era costretto a svenderle. La sua grande soddisfazione era, nelle freddissime mattine, potersi prendere, a volte, al bar un caldo cappuccino.
In piazza vi erano inoltre grossi cumuli di castagne dove alcuni contadini convergevano i loro prodotti. Qui c’era una sorta di intermediario, detto “Ru Senzano” che vendeva ai commercianti prendendo una percentuale.
Sono passati circa sessant’anni. Da allora i tempi si sono evoluti, e così anche la commercializzazione e la vendita delle castagne hanno avuto un ‘evoluzione .
Ciò che è rimasto, è che la vendita delle castagne è parte fondamentale dell’ economia di tutto il nostro territorio.